mercoledì 26 novembre 2008

Ancora su Obama

Se Curzi, tromboneggia sui diritti dei lavoratori e poi mette in mezzo a una strada i giornalisti scomodi, privilegiando gli amici degli amici, i figli dei padri e della nomenclatura, eppure si merita gli appassionati elogi del “manifesto”, perché stupirsi se lo stesso “giornale comunista” conferma con il titolo “Il team dei migliori” le agghiaccianti scelte reazionar-clintoniane del novello profeta nero per la sua camarilla di governo. Segretario di Stato Hillary Clinton, co-stragista di serbi, palestinesi e iracheni, creatura più simile alla Medusa rettilo-chiomata che a femmina umana; del sionista ultrà, terrorista figlio di terroristi israeliani, Rahm Emmanuel, capo dello staff e che rimproverò Bush di non essere sufficientemente filoisraeliano, s’è già detto in passato; anche della sua conventicola di banchieri bancarottieri, vezzeggiata con il voto a favore degli 850 miliardi di salvataggio, capeggiata da quel lobbista di Robert Rubin, mallevadore sotto Clinton di un neoliberismo privatizzatore, deregolante e predatore che neppure Reagan si era sognato. Ci sono tutti, sembra di stare nei saloni di Vlad, in Transilvania. Tutti: i Goldman Sachs, i Lehman Brothers, i Warburg, i Chase Manhattan, I Rothschild, i Lazard Fréres, la fallita (nonostante le operazioni planetarie sulla droga, insieme alla Cia e alla Dea) Citybank. E poi i militari, garanti dell’espansione dell’impero, dal superfalco generale Larry Jones, neoconsigliere nazionale per la Sicurezza (quello dello stato di polizia a casa e dei genocidi fuori), all’apparentemente confermato ministro della guerra a mezzo mondo, Robert Gates.
Ce ne sono altri, ve li risparmio, e non c’è neanche la punta della scarpa di uno non conservatore, non di destra, non dell’establishment (il quale establishment non per nulla gli ha dato più quattrini di qualsiasi presidente della storia Usa), espressione di quel movimento di massa che dal compagno Barack pensava di essere traghettato a nuova vita. E’ il CAMBIAMENTO, bellezza. Yes we can fuck you, brutti cretini. E noi, brutti cretini, a farci spremere gli ultimi sghei dal “manifesto”, sebbene non più privato dell’obolo di Stato, per farci rifilare questa pillola di cianuro indorata. Naturalmente l’agente Cia Al Zawahiri gli ha subito dato il conforto delle sue minacce e del suo anatema. Ci possiamo aspettare altri cataclismi “antiterroristici” e antislamici.
Un’ultima chicca. Chi sono i prescelti dall’illusionista nero per rivedere l’intero apparto di intelligence e reimpostare i 14 servizi segreti, cruciali per la guerra infinita, interna ed esterna? John Brennan e Jami Miscik, già funzionari Cia sotto il bushista George Tenet che, rispettivamente, hanno collaborato alle intercettazioni illegali a 360 gradi, ai rapimenti e alle torture delle extraordinary renditions, e alla costruzione della bufala delle armi di distruzione di massa di Saddam. Sullo sfondo, ma nel ruolo di supervisori del tutto, i protagonisti del roll back , cioè dell’"arrotolamento", dell’Unione Sovietico e oggi dello scontro con la Russia per il dominio in Asia: Madeleine Albright, Zbigniew Brzezinski, lo stesso Gates e tutti i loro accoliti nel Pentagono. E la CONTINUITA’ bellezza.
Qualcuno, anche i neokeynesiani del “manifesto”, parla di un nuovo Roosevelt, di un altro New Deal, dimenticando che il capitalismo Usa oggi è assai più debole. Allora c’era una nazione creditrice, con attivi commerciali e la manifattura che dominava i mercati globali. Cionostante, fu soltanto sotto la pressione di lotte semi-insurrezionali, come lo sciopero di Toledo Autolite, lo sciopero generale di Minneapolis, di San Francisco e dell’industria automobilistica e grazie alla seconda guerra mondiale, con i milioni di persone tolte di mezzo, che il paese uscì dalla crisi. La crisi di oggi è il risultato di un declino protratto del capitalismo nordamericano, di debiti le cui cifre non si possono contenere in una riga di A4, la decimazione della sua base produttiva e il cui sistema finanziario è diventato la locomotiva di una recessione planetaria. Allora Roosevelt, assistito da sindacati gialli e da un PC come al solito stalinisticamente moderato e compiacente, riuscì a uscire dalla crisi ed evitare una rivoluzione socialista. Oggi, non fosse per la sciagurata dispersione o complicità delle sinistre, la situazione sarebbe più favorevole al cambiamento. Osama lo brandisce proprio per esorcizzarlo. Attenti ai colpi di coda
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