collage dei commenti di Militant che distruggono la pretesa dei borghesotti wuminchioni di far finte di essere contro tutti gli imperialisti, salvo al dunque denunciare SEMPRE E COMUNQUE E CON GLI STESSI SLOGAN dell'imperialismo yankee i regimi che alla borghesia yankee non piacciono.
mi pare che si continui a
confondere l’antimperialismo e la geopolitica, e secondo noi deriva dal
fatto che nessuno, o quasi, fa più analisi antimperialista, per cui ogni
analisi internazionale deve per forza essere geopolitica.
A questo proposito, non si capisce dove e quando dovremmo difendere
Putin. C’è chi lo fa (i geopolitici), e c’è chi lo inserisce nello
stesso solco capitalista dei suoi nemici internazionali (cioè noi, ad
esempio).
Solo che, mentre qua da noi siamo tutti pronti a sviscerare le
rivolte “sincere” e oggettivamente “socialistiche” da quelle
“funzionali” al sistema, se accade in qualche altro Stato non lo
facciamo più, e diamo per buona qualsiasi scureggia avvenga amplificata
dai media (e solo per questo, perchè se non intervenisse il mainstream
nessuno ne verrebbe a conoscenza)....
Bene: dov’è che qualcuno, a sinistra, avrebbe affermato che una
rivolta sociale contro Putin non sarebbe giusta, sacrosanta,
“socialistica”, progressista, da appoggiare? Confermiamo e ribadiamo,
lottare contro il potere capitalistico costituito in ogni paese
“non-allineato” è necessario.
Quello che però qui sfugge, è che il fenomeno mediatico Pussy Riot
difficilmente rientra in queste categorie (così come non ci rientravano
le rivolte contro Gheddafi, anche se i piani sono decisamente diversi).
Non è una protesta sociale, non è un movimento politico “de sinistra”,
ma un gruppo anarco-situazionista dedito a performance artistiche in
chiave anti-Putin, che deriva da gruppi artistico-situazionisti (Voina)
creati da ex dissidenti sovietici, e presenti nelle manifestazioni che
le opposizioni liberali (quelle legate agli oligarchi repressi da Putin)
fanno saltuariamente contro il governo (quelle a cui viene puntualmente
arrestato e rilasciato Kasparov, per intenderci, e forse qualche
intervista a Kasparov dovremmo leggercela tutti, per avere idea di cosa
si muove in Russia e quali sono le fazioni “ideali” che si oppongono a
Putin).
E’ giusto manfiestare contro Putin? Certo. E’ giusto farlo da quelle
posizioni? Non crediamo. A meno che la doppia etica politica non ci
porti anche a manifestare coi tassisti perchè contro Monti, oppure coi
forconi perchè contro il caro benzina, o coi grillini perchè anti-casta.
Perchè questi sussulti estivi non sono avvenuti quando altri fatti di
repressione, ben più gravi, ci hanno riguardato come compagni...? Forse perchè la mediaticità
del fenomeno Pussy Riot ha orientato l’opinione politica degli stessi,
per cui è scomparsa ogni forma possibile di critica al fenomeno
mediatico in corso? Se un fenomeno mediatico cresce in questa maniera,
chiedersi quali ragioni lo sottende significa automaticamente schierarsi
sul fronte della repressione contro il dissenso, o vedersi affibiata la
nuova scomunica definitiva, quello di *geopoliticismo*?
“…Putin è l’altra faccia dell’imperialismo, nessuna collusione, anche
solo ideale, ci può essere con chi ha contribuito a distruggere non solo
il socialismo, ma ogni ipotesi di cambiamento di segno progressista in
Russia. ”
“..Le condanne occidentali nascondono l’obiettivo politico di
ridimensionare il ruolo internazionale della Russia, oggettivamente
nemica degli interessi occidentali (non per questo buona o progressista,
sia chiaro)”.
Forse (forse è un modo di dire, dopo l’intervista di Assange, e
Assange non riporta opinioni ma documenti secretati dai governi), il
fatto che in Siria si stia combattendo una guerra civile armata,
finanziata e pubblicizzata dall’occidente, e che questo Stato abbia come
uniche due sponde la Russia e l’Iran, c’entra qualcosa con tentativo di
intervenire sugli equilibri russi?
A noi sembra che la storia sia disseminata da scontri mortali fra
capitalismi, in cui ogni volta la sinistra di classe ha preso una
posizione. Così, a mente, nel 1939/1945, e soprattutto fra il ’43 e il
’45 lo scontro fra capitalismi (liberista da una parte, autoritario
dall’altra) non vide una sinistra che se ne lavò le mani, ma che si
appoggiò tatticamente a una forma di capitalismo per eliminarne un’altra
(per poi, subito dopo, tentare di rovesciare la forma capitalista
uscita vittoriosa). Anche all’epoca, insomma, si parlava di male minore…
Capitalismo/capitalismi: non si
può storicamente sostenere che il nazifascismo e il capitalismo
anglosassone fossero lo stesso capitalismo, altrimenti non si sarebbe
giunti alla guerra, e altrimenti non avrebbe senso dirsi antifascisti
(basterebbe, tout court, definirsi anticapitalisti). E invece mi pare
che ci teniamo alla distinzione, e si da quasi per scontato il potersi
definire sinceramente antifascisti senza per questo essere
anticapitalisti.
Il capitalismo non è tutto uguale: il capitalismo cinese non è quello
anglosassone; quello scandinavo non è quello russo, ecc…inserirsi nella
contraddizione secondo noi è uno dei compiti (inseririsi nella
contraddizione non significa appoggiare, ma se questi vengono allo
scontro capire quale, per noi, è meglio che ne esca vincitore).
In estrema sintesi: il nuovo fascismo, secondo noi, è la dittatura
neoliberista. Il neoliberismo è il nemico politico/economico da
combattere, perchè è quello che più abilmente ha disarticolato gli
strumenti che i lavoratori hanno, storicamente, per portare avanti la
lotta di classe. E’ la forma di capitalismo più evoluta, quella che
riesce a mantenere se stessa non per una sua forza intrinseca, ma per la
capacità che ha di assorbire e depotenziare ogni opposizione a se
stessa. Dunque, diciamo che è il nemico principale. Anche, o forse
soprattutto, culturalmente.
Decostruire ogni forma di retorica dominante, che sottende a una giustificazione del presente, è per noi fondamentale.
Ad esempio: wu ming 4 descrive la Russia come stato-mafia capitalista.
Questa è una definizione che possiamo accettare solo se definiamo così
anche l’Italia, gli Stati Uniti e tutti gli altri stati in cui le mafie
(di vario tipo) controllano le scelte politiche di determinati paesi.
Riferirla solo alla Russia significa rientrare nella retorica dominante
dell’individuare nel nemico temporaneo dell’occidente il nemico
assoluto. Allora tutto va contestualizzato, e se la mia narrazione
coincide con quella mainstream si accende la spia, l’allarme inizia a
suonare come un pazzo, e sta li a metterci in guardia.
Dunque, storicizziamo: in Europa non ci sarà più un fascismo stile
anni venti (almeno, oggi, non ce ne sono le avvisaglie). C’è, però, un
nuovo tipo di fascismo, con lo stesso compito storico, quello cioè di
impedire l’emancipazione sociale dei lavoratori: la dittatura
neoliberista. Contro questo fascismo vanno concentrati gli sforzi e non
fatti regali culturali.
...Il problema dei movimenti è
tutto, tranne quello di retoriche nazionaliste. E’ l’esatto contrario:
l’a-storicizzazione dell’antinazionalismo che si è trasformata in
assolutizzazione dell’antistatalismo. Ogni cosa riferita allo stato è il
nemico, ogni retorica contraria allo stato qualcosa da vedere con
interesse. Sovrapponendosi alla retorica neoliberista dell’abbattimento
dello stato.
QUI interrompo per farmi due risate sulla pretesa wuminchiona che approfitta del fatto che Militant non abbia specificato stato SOCIALE per dire che i liberisti sono più statalisti di tutti (come se lo stato sociale e quello di polizia+regali alle banche fallite fossero la stessa cosa!) mentre Marx lo stato lo voleva abbattere e quindi ha ragione chi a sinistra è antistatalista. Purtroppo la risata si ferma al pensiero che tanta malafede fa pendant con l'anti "antimperialismo" nel cercare in ogni modo di far passare l'idea che è di sinistra fare praticamente QUELLO CHE VUOLE IL CAPITALE, basta trovare scuse di sinistra plausibili (sull'imperialismo, buttare merda sui "dittatori" odiati dagli USA, sul liberismo, dire che abbattere lo stato è di sinistra), e viviamo già nel migliore dei mondi possibili. Quello in cui ci si finge di sinistra mentre si arricchisce Berlusconi. Ma andiamo avanti con i compagni di Militant:
’Iran è il prodotto storico
secolare di dominazioni, colonialismi, sfruttamenti, e si trova in
quella condizione per determinati sviluppi storici che gli sono stati
imposti dall’occidente. E’ chiaro che si vive meglio in Italia che in
Iran, ma la ragione storica per cui questo è possibile è da indagare.
Noi viviamo in un area geografica che ha sfruttato da sei secoli
determinati territori, e questi oggi sono il prodotto di quella
dominazione. Per ulterirori aggiornamenti, rimando a “Le vene aperte
dell’america latina” di Galeano, così capiamo tutti un pò meglio il
concetto di “accumulazione originaria”. Se no facciamo come quelli che
ci dicono che si vive meglio negli Stati Uniti che a Cuba: grazie al
cazzo, ma il perchè, ce lo vogliamo chiedere, oppure pensiamo che i
popoli dell’Africa, del latinoamerica, dell’Asia sono poveri perchè
scemi, ritardati e primitivi? In Iran c’è stato un regime eterodiretto
dall’occidente fino al 1979, che l’ha sistematicamente spogliato di
tutte le sue risorse culturali, politiche, economiche, sociali, ecc..
a meno che non diamo per giusta la
strampalata serie di teorie post-operaiste di passaggio dal capitalismo
direttamente al comunismo senza passaggi intermedi, senza rottura, lo
strumento politico di cui i lavoratori di servono per arrivare al
comunismo è proprio lo Stato, il suo rafforzamento e l’uso di tale
strumento nella lotta di classe. Il problema, oggi, non è abbattere lo
Stato ma prenderne il potere.
riporto anche il commento di trikioo, che è utile perchè sputtana ad abundantiam i wuminchioni, che continuano a menarselo a vicenda con la pretesa di non volersi schierare con nessuna delle mafie capitaliste, salvo poi insultare a senso unico quelle che non piacciono gli USA. E a prescindere da questo, dire che un regime che ammazza "solo" in casa sua, e uno che si arroga il diritto di ammazzare ovunque nel mondo (e a differenza del dittatore del terzo mondo ha i mezzi per farlo) è semplicemente schifoso, perchè mette alla pari qualcosa che non lo è affatto. Chi ammazza una persona è un assassino, chi ne ammazza un milione è un genocida, chiamarli entrambi "assassini" vuol dire essere oggettivamente dalla parte del secondo. Ma almeno si abbia l'onestà intellettuale di dirlo, e che cazzo!
"Alla fine si scade comunque nella tanto vituperata “visione
geopolitica”, che poi non è altro che un’analisi (oggi spesso assente,
in realtà, in seno ad alcune componenti di movimento) della situazione
internazionale, che non si limiti all’esaltazione ingenua per qualsiasi
cosa succeda (l’importante è che succede! no?). Questo prima si faceva,
si cercava di capire ciò che accadeva nel mondo. Ora non più. D’altronde
cosa c’è da capire..c’è un dittatore e il popolo che si ribella contro
di lui. In Iran ci sono gli ayatollah, in Russia Putin, in Siria quel
sanguinario di Assad, in Libia c’era quel pazzo di Gheddafi, mentre
adesso cosa ci sia in Libia non lo sa nessuno, forse una specie
indeterminata di caos, farcito di integralismo religioso e di caccia al
negro; il trattato “d’amicizia” con l’Italia per l’immigrazione è stato
rinnovato in puro stile Gheddafi. La condizione della donna pare non
abbia fatto dei grandi passi in avanti anzi, l’avvenire pare alquanto
torbido (in Tunisia si parla ora della donna in termini di
complementarietà all’uomo, non più di parità).
Diversamente da Wu Ming 4, il mio atteggiamento non può inclinarsi verso
lo stile anglosassone (come se fossimo costretti da questa dicotomia
poi) perché ciò comporterebbe essere dalla parte di chi ha il grilletto
facile, dalla parte di chi non ci pensa due volte a massacrare interi
popoli con la scusa della liberazione dal dittatore di turno. Io non ci
vedo la civiltà lì.
Prima si parlava di America Latina: ecco, forse lì s’è capito qual’è lo
“stile” da combattere. Soprattutto lì non si fa fatica a chiamare tale
stile col proprio nome. Nome che qui, da una decina d’anni a questa
parte, pare innominabile."
torniamo a Militant:
@ wu ming 4
“..in questi paesi latinoamericani il governo non spara sul proprio popolo”
Bene, se questa è una discriminante, allora gli Stati Uniti non solo
sparano quotidianamente sul proprio popolo, ma soprattutto (e qui
interviene l’analisi antimperialista), lo fanno ai 4 angoli del mondo,
direttamente o per procura. La questione che i paesi occidentali non
sparano o reprimono i propri “popoli” mentre, ad esempio, Assad si, è
una cosa falsissima: i governi occidentali sparano quotidianamente sui
popoli di tutto il mondo. Le loro aziende, la loro politica economica,
le loro strategie “geopolitiche”, o “imperialiste”, producono ogni anno
guerre, guerre civili, massacri, lotte fra poveri, scontri etnici.
Dunque, perchè dovrei preferire, in uno scontro infraimperialista,
l’imperialismo americano? Perchè dovrei pensare che un governo
democratico-liberale sia preferibile a uno dispotico famigliare? Perchè
spara lontano da casa mia?
Secondo punto: in Siria c’è una guerra civile, e il governo siriano
spara sul proprio popolo. Ma il problema è che la guerra civile è stata
preparata e finanziata dai governi occidentali, da Israele e dall’Arabia
Saudita, almeno a sentire Assange (che, certo, non è l’oracolo, però
magari legge i documenti riservati dei governi, che in settimana
dovrebbero essere pubblicati). Ora, rispetto a un governo che a un certo
punto si vede un vero e proprio esercito all’interno del suo paese che,
armi alla mano, tenta di sovvertire il potere costituito, perchè tale
potere costituito non dovrebbe difendersi? L’esercito armato contro
Assad non c’entra nulla con fantomatici lavoratori in lotta o con
avanguardie lottarmatiste: gli Stati Uniti regalano aerei da
combattimento all’esercito anti-Assad, gli regalano i militari che li
guidano, è in atto un invasione, e noi stiamo davvero a chiederci se
Assad è cattivo?
Terzo punto: ma perchè nessuno parla di come si sono trasformati i
paesi arabi coinvolti nelle proteste dell’anno scorso? Almeno le donne,
che hanno visto la loro situazione peggiorare in ogni contesto, non
trovano un pò di tempo per indignarsi? Oppure il fatto che ormai non
possono più uscire di casa in Egitto, o sono state costituzionalmente
sancite come essere differenti dall’uomo, come in Tunisia, è un fatto di
secondo piano, tanto l’importante era manifestare in piazza?"
a questo punto un wuminchione sbrocca, e Militant raccoglie il trionfo:
"L’unica cosa che ci preme sottolineare è che una lotta contro
(semplifichiamo) Putin e Assad è sacrosanta, perchè oltre ad essere due
stati capitalisti sono, almeno nel caso russo, anche imperialisti. Ma
prima di appoggiarla capire se questa lotta sia sincera e progressista, o
solo funzionale ad altri scopi, peggiori del male da combattere."
http://tinyurl.com/wuminchioni
mercoledì 5 settembre 2012
Superba lezione dei compagni di Militant ai Wuminchioni
Pubblicato da amaryllide alle 00:54 0 commenti
Iscriviti a:
Post (Atom)