mercoledì 5 settembre 2012

Superba lezione dei compagni di Militant ai Wuminchioni

collage dei commenti di Militant che distruggono la pretesa dei borghesotti wuminchioni di far finte di essere contro tutti gli imperialisti, salvo al dunque denunciare SEMPRE E COMUNQUE E CON GLI STESSI SLOGAN dell'imperialismo yankee i regimi che alla borghesia yankee non piacciono.

mi pare che si continui a confondere l’antimperialismo e la geopolitica, e secondo noi deriva dal fatto che nessuno, o quasi, fa più analisi antimperialista, per cui ogni analisi internazionale deve per forza essere geopolitica.
A questo proposito, non si capisce dove e quando dovremmo difendere Putin. C’è chi lo fa (i geopolitici), e c’è chi lo inserisce nello stesso solco capitalista dei suoi nemici internazionali (cioè noi, ad esempio).
Solo che, mentre qua da noi siamo tutti pronti a sviscerare le rivolte “sincere” e oggettivamente “socialistiche” da quelle “funzionali” al sistema, se accade in qualche altro Stato non lo facciamo più, e diamo per buona qualsiasi scureggia avvenga amplificata dai media (e solo per questo, perchè se non intervenisse il mainstream nessuno ne verrebbe a conoscenza)....
Bene: dov’è che qualcuno, a sinistra, avrebbe affermato che una rivolta sociale contro Putin non sarebbe giusta, sacrosanta, “socialistica”, progressista, da appoggiare? Confermiamo e ribadiamo, lottare contro il potere capitalistico costituito in ogni paese “non-allineato” è necessario.
Quello che però qui sfugge, è che il fenomeno mediatico Pussy Riot difficilmente rientra in queste categorie (così come non ci rientravano le rivolte contro Gheddafi, anche se i piani sono decisamente diversi). Non è una protesta sociale, non è un movimento politico “de sinistra”, ma un gruppo anarco-situazionista dedito a performance artistiche in chiave anti-Putin, che deriva da gruppi artistico-situazionisti (Voina) creati da ex dissidenti sovietici, e presenti nelle manifestazioni che le opposizioni liberali (quelle legate agli oligarchi repressi da Putin) fanno saltuariamente contro il governo (quelle a cui viene puntualmente arrestato e rilasciato Kasparov, per intenderci, e forse qualche intervista a Kasparov dovremmo leggercela tutti, per avere idea di cosa si muove in Russia e quali sono le fazioni “ideali” che si oppongono a Putin).
E’ giusto manfiestare contro Putin? Certo. E’ giusto farlo da quelle posizioni? Non crediamo. A meno che la doppia etica politica non ci porti anche a manifestare coi tassisti perchè contro Monti, oppure coi forconi perchè contro il caro benzina, o coi grillini perchè anti-casta.
Perchè questi sussulti estivi non sono avvenuti quando altri fatti di repressione, ben più gravi, ci hanno riguardato come compagni...? Forse perchè la mediaticità del fenomeno Pussy Riot ha orientato l’opinione politica degli stessi, per cui è scomparsa ogni forma possibile di critica al fenomeno mediatico in corso? Se un fenomeno mediatico cresce in questa maniera, chiedersi quali ragioni lo sottende significa automaticamente schierarsi sul fronte della repressione contro il dissenso, o vedersi affibiata la nuova scomunica definitiva, quello di *geopoliticismo*?

“…Putin è l’altra faccia dell’imperialismo, nessuna collusione, anche solo ideale, ci può essere con chi ha contribuito a distruggere non solo il socialismo, ma ogni ipotesi di cambiamento di segno progressista in Russia. ”
“..Le condanne occidentali nascondono l’obiettivo politico di ridimensionare il ruolo internazionale della Russia, oggettivamente nemica degli interessi occidentali (non per questo buona o progressista, sia chiaro)”.
Forse (forse è un modo di dire, dopo l’intervista di Assange, e Assange non riporta opinioni ma documenti secretati dai governi), il fatto che in Siria si stia combattendo una guerra civile armata, finanziata e pubblicizzata dall’occidente, e che questo Stato abbia come uniche due sponde la Russia e l’Iran, c’entra qualcosa con tentativo di intervenire sugli equilibri russi?
A noi sembra che la storia sia disseminata da scontri mortali fra capitalismi, in cui ogni volta la sinistra di classe ha preso una posizione. Così, a mente, nel 1939/1945, e soprattutto fra il ’43 e il ’45 lo scontro fra capitalismi (liberista da una parte, autoritario dall’altra) non vide una sinistra che se ne lavò le mani, ma che si appoggiò tatticamente a una forma di capitalismo per eliminarne un’altra (per poi, subito dopo, tentare di rovesciare la forma capitalista uscita vittoriosa). Anche all’epoca, insomma, si parlava di male minore…

Capitalismo/capitalismi: non si può storicamente sostenere che il nazifascismo e il capitalismo anglosassone fossero lo stesso capitalismo, altrimenti non si sarebbe giunti alla guerra, e altrimenti non avrebbe senso dirsi antifascisti (basterebbe, tout court, definirsi anticapitalisti). E invece mi pare che ci teniamo alla distinzione, e si da quasi per scontato il potersi definire sinceramente antifascisti senza per questo essere anticapitalisti.
Il capitalismo non è tutto uguale: il capitalismo cinese non è quello anglosassone; quello scandinavo non è quello russo, ecc…inserirsi nella contraddizione secondo noi è uno dei compiti (inseririsi nella contraddizione non significa appoggiare, ma se questi vengono allo scontro capire quale, per noi, è meglio che ne esca vincitore).
In estrema sintesi: il nuovo fascismo, secondo noi, è la dittatura neoliberista. Il neoliberismo è il nemico politico/economico da combattere, perchè è quello che più abilmente ha disarticolato gli strumenti che i lavoratori hanno, storicamente, per portare avanti la lotta di classe. E’ la forma di capitalismo più evoluta, quella che riesce a mantenere se stessa non per una sua forza intrinseca, ma per la capacità che ha di assorbire e depotenziare ogni opposizione a se stessa. Dunque, diciamo che è il nemico principale. Anche, o forse soprattutto, culturalmente.
Decostruire ogni forma di retorica dominante, che sottende a una giustificazione del presente, è per noi fondamentale.
Ad esempio: wu ming 4 descrive la Russia come stato-mafia capitalista. Questa è una definizione che possiamo accettare solo se definiamo così anche l’Italia, gli Stati Uniti e tutti gli altri stati in cui le mafie (di vario tipo) controllano le scelte politiche di determinati paesi. Riferirla solo alla Russia significa rientrare nella retorica dominante dell’individuare nel nemico temporaneo dell’occidente il nemico assoluto. Allora tutto va contestualizzato, e se la mia narrazione coincide con quella mainstream si accende la spia, l’allarme inizia a suonare come un pazzo, e sta li a metterci in guardia.
Dunque, storicizziamo: in Europa non ci sarà più un fascismo stile anni venti (almeno, oggi, non ce ne sono le avvisaglie). C’è, però, un nuovo tipo di fascismo, con lo stesso compito storico, quello cioè di impedire l’emancipazione sociale dei lavoratori: la dittatura neoliberista. Contro questo fascismo vanno concentrati gli sforzi e non fatti regali culturali.
...Il problema dei movimenti è tutto, tranne quello di retoriche nazionaliste. E’ l’esatto contrario: l’a-storicizzazione dell’antinazionalismo che si è trasformata in assolutizzazione dell’antistatalismo. Ogni cosa riferita allo stato è il nemico, ogni retorica contraria allo stato qualcosa da vedere con interesse. Sovrapponendosi alla retorica neoliberista dell’abbattimento dello stato.

QUI interrompo per farmi due risate sulla pretesa wuminchiona che approfitta del fatto che Militant non abbia specificato stato SOCIALE per dire che i liberisti sono più statalisti di tutti (come se lo stato sociale e quello di polizia+regali alle banche fallite fossero la stessa cosa!) mentre Marx lo stato lo voleva abbattere e quindi ha ragione chi a sinistra è antistatalista. Purtroppo la risata si ferma al pensiero che tanta malafede fa pendant con l'anti "antimperialismo" nel cercare in ogni modo di far passare l'idea che è di sinistra fare praticamente QUELLO CHE VUOLE IL CAPITALE, basta trovare scuse di sinistra plausibili (sull'imperialismo, buttare merda sui "dittatori" odiati dagli USA, sul liberismo, dire che abbattere lo stato è di sinistra), e viviamo già nel migliore dei mondi possibili. Quello in cui ci si finge di sinistra mentre si arricchisce Berlusconi. Ma andiamo avanti con i compagni di Militant:

’Iran è il prodotto storico secolare di dominazioni, colonialismi, sfruttamenti, e si trova in quella condizione per determinati sviluppi storici che gli sono stati imposti dall’occidente. E’ chiaro che si vive meglio in Italia che in Iran, ma la ragione storica per cui questo è possibile è da indagare. Noi viviamo in un area geografica che ha sfruttato da sei secoli determinati territori, e questi oggi sono il prodotto di quella dominazione. Per ulterirori aggiornamenti, rimando a “Le vene aperte dell’america latina” di Galeano, così capiamo tutti un pò meglio il concetto di “accumulazione originaria”. Se no facciamo come quelli che ci dicono che si vive meglio negli Stati Uniti che a Cuba: grazie al cazzo, ma il perchè, ce lo vogliamo chiedere, oppure pensiamo che i popoli dell’Africa, del latinoamerica, dell’Asia sono poveri perchè scemi, ritardati e primitivi? In Iran c’è stato un regime eterodiretto dall’occidente fino al 1979, che l’ha sistematicamente spogliato di tutte le sue risorse culturali, politiche, economiche, sociali, ecc..

a meno che non diamo per giusta la strampalata serie di teorie post-operaiste di passaggio dal capitalismo direttamente al comunismo senza passaggi intermedi, senza rottura, lo strumento politico di cui i lavoratori di servono per arrivare al comunismo è proprio lo Stato, il suo rafforzamento e l’uso di tale strumento nella lotta di classe. Il problema, oggi, non è abbattere lo Stato ma prenderne il potere. 

riporto anche il commento di trikioo, che è utile perchè sputtana ad abundantiam i wuminchioni, che continuano a menarselo a vicenda con la pretesa di non volersi schierare con nessuna delle mafie capitaliste, salvo poi insultare a senso unico quelle che non piacciono gli USA. E a prescindere da questo, dire che un regime che ammazza "solo" in casa sua, e uno che si arroga il diritto di ammazzare ovunque nel mondo (e a differenza del dittatore del terzo mondo ha i mezzi per farlo) è semplicemente schifoso, perchè mette alla pari qualcosa che non lo è affatto. Chi ammazza una persona è un assassino, chi ne ammazza un milione è un genocida, chiamarli entrambi "assassini" vuol dire essere oggettivamente dalla parte del secondo. Ma almeno si abbia l'onestà intellettuale di dirlo, e che cazzo!


"Alla fine si scade comunque nella tanto vituperata “visione geopolitica”, che poi non è altro che un’analisi (oggi spesso assente, in realtà, in seno ad alcune componenti di movimento) della situazione internazionale, che non si limiti all’esaltazione ingenua per qualsiasi cosa succeda (l’importante è che succede! no?). Questo prima si faceva, si cercava di capire ciò che accadeva nel mondo. Ora non più. D’altronde cosa c’è da capire..c’è un dittatore e il popolo che si ribella contro di lui. In Iran ci sono gli ayatollah, in Russia Putin, in Siria quel sanguinario di Assad, in Libia c’era quel pazzo di Gheddafi, mentre adesso cosa ci sia in Libia non lo sa nessuno, forse una specie indeterminata di caos, farcito di integralismo religioso e di caccia al negro; il trattato “d’amicizia” con l’Italia per l’immigrazione è stato rinnovato in puro stile Gheddafi. La condizione della donna pare non abbia fatto dei grandi passi in avanti anzi, l’avvenire pare alquanto torbido (in Tunisia si parla ora della donna in termini di complementarietà all’uomo, non più di parità).
Diversamente da Wu Ming 4, il mio atteggiamento non può inclinarsi verso lo stile anglosassone (come se fossimo costretti da questa dicotomia poi) perché ciò comporterebbe essere dalla parte di chi ha il grilletto facile, dalla parte di chi non ci pensa due volte a massacrare interi popoli con la scusa della liberazione dal dittatore di turno. Io non ci vedo la civiltà lì.
Prima si parlava di America Latina: ecco, forse lì s’è capito qual’è lo “stile” da combattere. Soprattutto lì non si fa fatica a chiamare tale stile col proprio nome. Nome che qui, da una decina d’anni a questa parte, pare innominabile."

torniamo a Militant:

@ wu ming 4
“..in questi paesi latinoamericani il governo non spara sul proprio popolo”
Bene, se questa è una discriminante, allora gli Stati Uniti non solo sparano quotidianamente sul proprio popolo, ma soprattutto (e qui interviene l’analisi antimperialista), lo fanno ai 4 angoli del mondo, direttamente o per procura. La questione che i paesi occidentali non sparano o reprimono i propri “popoli” mentre, ad esempio, Assad si, è una cosa falsissima: i governi occidentali sparano quotidianamente sui popoli di tutto il mondo. Le loro aziende, la loro politica economica, le loro strategie “geopolitiche”, o “imperialiste”, producono ogni anno guerre, guerre civili, massacri, lotte fra poveri, scontri etnici. Dunque, perchè dovrei preferire, in uno scontro infraimperialista, l’imperialismo americano? Perchè dovrei pensare che un governo democratico-liberale sia preferibile a uno dispotico famigliare? Perchè spara lontano da casa mia?
Secondo punto: in Siria c’è una guerra civile, e il governo siriano spara sul proprio popolo. Ma il problema è che la guerra civile è stata preparata e finanziata dai governi occidentali, da Israele e dall’Arabia Saudita, almeno a sentire Assange (che, certo, non è l’oracolo, però magari legge i documenti riservati dei governi, che in settimana dovrebbero essere pubblicati). Ora, rispetto a un governo che a un certo punto si vede un vero e proprio esercito all’interno del suo paese che, armi alla mano, tenta di sovvertire il potere costituito, perchè tale potere costituito non dovrebbe difendersi? L’esercito armato contro Assad non c’entra nulla con fantomatici lavoratori in lotta o con avanguardie lottarmatiste: gli Stati Uniti regalano aerei da combattimento all’esercito anti-Assad, gli regalano i militari che li guidano, è in atto un invasione, e noi stiamo davvero a chiederci se Assad è cattivo?
Terzo punto: ma perchè nessuno parla di come si sono trasformati i paesi arabi coinvolti nelle proteste dell’anno scorso? Almeno le donne, che hanno visto la loro situazione peggiorare in ogni contesto, non trovano un pò di tempo per indignarsi? Oppure il fatto che ormai non possono più uscire di casa in Egitto, o sono state costituzionalmente sancite come essere differenti dall’uomo, come in Tunisia, è un fatto di secondo piano, tanto l’importante era manifestare in piazza?"

a questo punto un wuminchione sbrocca, e Militant raccoglie il trionfo:
"L’unica cosa che ci preme sottolineare è che una lotta contro (semplifichiamo) Putin e Assad è sacrosanta, perchè oltre ad essere due stati capitalisti sono, almeno nel caso russo, anche imperialisti. Ma prima di appoggiarla capire se questa lotta sia sincera e progressista, o solo funzionale ad altri scopi, peggiori del male da combattere."
http://tinyurl.com/wuminchioni