Se siete sdraiato su un tavolo da orbitorio respirando ancora, con il vostro torturatore piegato su di voi, certo non vi può importare molto se questo è americano o una semplice recluta pagata dagli Stati Uniti.
Questa settimana, quando il presidente Obama ha apertamente dichiarato che "gli Stati Uniti non tortureranno" molte persone hanno creduto erroneamente che avrebbe interrotto la pratica, quando di fatto l'ha semplicemente ricollocata.
L'Ordine Esecutivo vieta ad alcuni — non a tutti — funzionari USA di torturare ma non proibisce a nessuno di loro, lui stesso incluso, di sponsorizzare la tortura all'estero.
In realtà, il suo cambiamento di politica incide solamente su una esigua percentuale di torture delle quali sono colpevoli gli USA e potrebbe di fatto portare a un incremento in tutto il mondo della tortura sostenuta dagli USA.
L'inganno sta nel fatto che a partire dal Vietnam, quando pure le forze USA spesso torturavano direttamente, gli USA hanno visto principalmente la tortura fatta per loro per procura — pagando, armando, addestrando e consigliando degli stranieri per farlo, ma solitamente stando attenti a tenere gli americani almeno ad un cauto passo di distanza.
Cioè, gli USA hanno avuto la tendenza a farlo in quel modo finché Bush e Cheney hanno cambiato protocollo e si sono avuti molti americani che usavano direttamente le mani e talvolta prevendevano fotografie digitali.
Il risultato è stato un fallimento di pubbliche relazioni che ha fatto infuriare l'establishment USA poiché smascherare davanti a tutto il mondo le tecniche USA ha ridotto il potere degli USA.
Ma, nonostante l'indignazione, la veirità era che sotto l'amministrazione Bush/Cheney le torture eseguite direttamente da americani sono state una trascurabile percentuale di tutte le torture che eseguite dai clienti degli USA.
Per ogni tormento inflitto direttamente dagli americani in Iraq, Afghanistan, Guantanamo e nelle prigioni segrete, ve ne sono stati molti di più impartiti da forze straniere sponsorizzate dagli USA.
Quelle forze operavano ed operano con il sostegno militare, finanziario e di intelligence o di altro tipo degli USA in Egitto, Israele, Arabia Saudita, Etiopia, Pakistan, Giordania, Indonesia, Thailandia, Uzbekistan, Colombia, Nigeria e Filippine, per menzionare qualche posto, per non parlare delle torture senza mani americane da parte di iracheni ed afgani appoggiati dagli USA.
Ciò che la dichiarazione di Obama apparentemente bandisce è quella piccola percentuale di tortura ora eseguita da americani mentre si mantiene intatta la schiacciante maggeranza del sistema di torture, che viene eseguita da stranieri sotto protezione USA.
Obama potrebbe smettere di appoggiare forze straniere che torturano, ma ha scelto di non farlo.
Invece, il suo Ordine Esecutivo si riferisce soltanto al trattamento di "...un individuo in custodia o sotto il controllo effettivo di un ufficiale, impiegato o altro agente del governo degli Stati Uniti, o detenuto all'interno di una struttura posseduta, diretta o controllata da un dipartimento e agenzia degli Stati Uniti, in qualsiasi conflitto armato...",il che significa che non proibisce neppure la tortura diretta da parte di americani al di fuori dell'ambito del "conflitto armato", e cioè non bandisce neppure molte delle torture praticante direttamente dagli americani, dal momento che molti regimi repressivi non si trovano in un conflitto armato.
Ed anche se, come afferma Obama, "gli Stati Uniti non tortureranno", possono ancora pagare, addestrare, equipaggiare e consigliare torturatori stranieri, cin la certezza che loro, ed i loro protettori USA, non affrontino la giustizia locale o internazionale.
Questo è il ritorno alla situazione precedente l'amministrazione Bush, il regime della tortura da Ford fino a Clinton, che, anno per anno, ha spesso prodotto più supplizi appoggiati dagli USA di quanto ne siano stati provocati durante gli anni di Bush/Cheney.
Sotto il vecchio — ora di nuovo in vigore — regime di tortrue per procura, gli americani insegnavano l'interrogatorio/tortura, quindi stavano nella stanza più vicina mentre le vittime urlavano, imbeccando le domande ai loro allievi stranieri. Questo è il modo nel quale gli USA lo facevano in El Salvador a partire dall'amministrazione di JFK fino a quella di Bush Sr. (Per i dettagli vedi il mio "Dietro le squadre della morte: un rapporto esclusivo sul ruolo degli USA nel terrore ufficiale in El Salvador", The Progressive, maggio 1984 ; il rapporto della Commissione Servizi Segreti del Senato USA che ha provocato la scritturadi quell'articolo è ancora classificato, ma il fatto che gli USA fornissero gli interrogatorii ai torturatori mi è stato confermato da senatori della commissione. Vedi anche il mio "Confessioni di un ufficiale delle squadre della morte", The Progressive, marzo 1986 ed il mio "Commento", The New Yorker, 15 ottobre 1990, [a proposito della legge, gli USA ed El Salvador]).
In Guatemala, sotto Bush Sr. e Clinton (mentori della politica estera di Obama), gli USA appoggiarono lo squadrone della morte G-2 dell'esercito che teneva archivi completi sui dissidenti e quindi faceva loro l'electroshock o tagliava loro le mani. (L'archivio/sistema di sorveglianza fu avviato per loro negli anni '60 e '70 da CIA/Dip. Stato/AID/forze speciali; per la storia vedi "Dietro le squadre della morte", citato sopra ed i libri del Prof. Michael McClintock).
Gli americani sul terreno nell'operazione guatemalteca, alcuni dei quali ho incontrato e menzionato, hanno effettivamente collaborato a dirigere il G-2 ma, loro stessi, sono stati cauti sulle sue camere di tortura. (Vedi il mio "La squadra della morte della CIA", The Nation [US], 17 aprile 1995, "La squadra di campagna", The Nation [US], 5 giugno 1995, scambio di lettere con l'ambasciatore USA Stroock, The Nation [US], 29 maggio 1995 e Allan Nairn e Jean-Marie Simon, "Burocrazia di morte", The New Republic, 30 giugno 1986).
Vi è stata una storia simile nella Haiti di Bush Sr. e Clinton — un'operazione gestita dalla gente di Obama di oggi — dove la DIA (Defense Intelligence Agency) ha contribuito ad avviare il gruppo terroristico FRAPH, la CIA ha pagato il suo capo ed il FRAPH stesso ha usato i machete sui civili haitiani, torturando ed uccidendo per delega degli USA. (Vedi il mio "Dietro i paramilitari di Haiti: il nostro uomo nel FRAPH", The Nation [US], 24 ottobre 1994 e "E' il nostro S.O.B.""This Week" della ABC TV dal segretario di stato USA Warren Christopher).
Nell'odierna Thailandia — un paese che di solito non viene in mente quando la maggior parte della gente pensa alla tortura — la polizia speciale ed i militari ricevono attrezzatura ed addestramento USA per cose come la "target selection" [lett:"selezione del bersaglio"], e quindi escono e torturano musulmani malesi thailandesi nel profondo sud ribelle e talvolta anche rifugiati birmani (principalmente buddisti) e lavoratori sfruttati del nord e della costa occidentale.
Non molto tempo fa ho visitato un importante inquisitore thai che ha parlato apertamente della tortura paraticata da esercito/polizia/servizi segreti e quindi ha concluso la nostra discussione dicendo "Guarda questo" e mi ha invitato nella sua sala interna.
Era un museo aggiornato di targhe, fotografie e premi dei servizi segreti USA ed occidentali, compresi encomi del centro antiterrorismo della CIA (allora diretto da persone ora alle dipendenze di Obama), sue fotografie con alti personaggi USA, incluso George W. Bush, una medaglia avuta da Bush, svariati certificati di addestramento di servizi segreti/FBI/militari USA, una sua fotografia con un collega israeliano, accanto di un carro armato nei Territori Occupati ed attrezzi e cimeli da interrogatorio del Mossad, Shin Bet e Singapore e altri.
Mentre uscivo, l'agente dell'intelligence thai osservò che presto sarebbe tornato a visitare Langley.
Il suo ruolo è tipico. In tutto il mondo ve ne sono migliaia come lui. La tortura USA per procura rende insignificante quella a Guantanamo.
Molti americani, a loro merito, odiano la tortura. Ma la scappatella di Bush/Cheney l'ha smascherata.
Ma per fermarla devono comprendere i fatti e capire che il divieto di Obama non la ferma ed in realtà potrebbe persino conciliarsi con un incremento del crimine della tortura sponsorizzato dagli USA.
Tramite l'azione per procura, stanotte il sistema avanzerà inesorabilmente. Altri, shock, soffocamenti, profonde bruciature. E migliaia di menti complesse convergeranno su un solo pensiero: 'Per favore, lasciatemi morire'.
Allan Naim
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vedi anche:
Gli ordini di Obama lasciano intatte la tortura e la detenzione indefinita
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domenica 1 febbraio 2009
Il divieto della tortura che non vieta la tortura
Pubblicato da amaryllide alle 14:43
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Questo intervento è molto ben documentato e presenta una visione e delle motivazioni ben precise. Vorrei però lasciare il beneficio del dubbio ad Obama per un mesetto, visto che, insediato da una settimana o poco più, ha comunque dato dei segnali di forte distacco dalla presedente amministrazione.
RispondiEliminaSaluti
nessun beneficio del dubbio, Obama non ha toccato un solo uomo al Pentagono, ha mantenuto tutta la gente nominata da Bush. E il cambiamento o è una svolta totale nell'uso criminale dell'esercito o non c'è. E non ci sarà:
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_02/obama_blitz_cia_guido_olimpio_e5df41d2-f0f6-11dd-b48f-00144f02aabc.shtml