lunedì 29 agosto 2011

adesso ho capito qual è il problema di mr.M e dei sinistrati con Gheddafi

è una questione psicologica, proiettano la propria inettitudine di rinnegati del comunismo ad abbattere una macchietta di dittatore come Berlusconi.
E allora Gheddafi (cioè Berlusconi) è la causa di tutti i mali della Libia, i "rivoluzionari" (cioè loro) sono democratici e buoni, e avanzano nel tripudio del popolo libico (cioè italiano) che non può che stare al 100% coi liberatori (cioè con loro). Ovvero, fuor di proiezione: noi siamo i buoni, Berlusconi è l'orco cattivo e il popolo italiano la pensa come noi. Questo nei loro sogni bagnati, poi nel mondo reale Berlusconi continua a comandare, il popolo italiano a prenderlo nel didietro, e i libici crepano. Ma questo è irrilevante per i sinistrati, cui interessa farsi forza pensando che il lieto fine sia possibile (echissene se in Libia non c'è stato nessun lieto fine, ma, oggi, un bagno di sangue, e domani l'asservimento a Big Oil).

E qui teniamo il commento che mr.M segherà di sicuro, come ha già fatto per l'altro commento in cui gli si dimostrava che dando del rossobruno a chiunque usa la categoria comunistissima di imperialismo, si finirebbe per etichettare come rossobruno anche un redivivo Lenin, facendo un regalo ai fascisti che non chiedono di meglio che qualcuno faccia per loro il lavoro di censurare i comunisti.

" continui a proiettare nei libici, e nei "rivoluzionari" , l'incapacità di voi rivoluzionari da tastiera a far cadere una macchietta di dittatore come Berlusconi, che sta in piedi da 20 anni senza consumare un centesimo della forza repressiva del dittatore libico. Deve essere molto frustante, vi capisco, voi moltitudinari, che l'anno prossimo non avete neppure la valvola di sfogo di quella parodia di festa che è la Mayday. Ma la proiezione della TUA felicità se cadesse Berlusconi non rende il popolo libico nè libero, nè felice. Perchè il popolo libico ADESSO rischia di non sopravvivere, altro che felicità (vedi CNT che dichiara il disastro umanitario a Tripoli). Il mondo è una cosa un pochino più seria della proiezione delle vostre frustrazioni"

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