sabato 13 dicembre 2008

Kafka Ha un Rivale: Il Foreign Office

Oggi (1 dicembre), nel centro di Londra si svolgerà un evento surreale: il Foreign Office aprirà le sue porte "per sottolineare l'importanza dei Diritti Umani nel nostro lavoro, nella ricorrenza del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani".Ci saranno vari "dibattiti" e "mostre" ed il Segretario di Stato per gli Affari Esteri David Miliband consegnerà un premio per i diritti umani. E' uno scherzo? No. Il Foreign Office vuole far crescere la nostra "consapevolezza sui diritti umani". Kafka e Heller hanno molti imitatori.
Non ci sarà nessuna mostra per gli abitanti delle isole Chagos, quei 2000 cittadini britannici espulsi dal loro paese nell'oceano Indiano, a cui il governo di Miliband ha impedito di ritornare in quella che ora è una base militare americana, ed un sospetto centro di torture della CIA. L'Alta Corte ha ripetutamente confermato questo fondamentale diritto umano degli isolani, l'essenza della Magna Charta, definendo l'azione del Foreign Office "scandalosa", "ripugnante" e "illegale". Invano. I legali di Miliband hanno rifiutato di cedere e il 22 ottobre sono stati salvati da un verdetto palesemente politico di tre membri del parlamento.
Non ci sarà nessuna mostra per le vittime della sistematica politica britannica di esportare armi ed equipaggiamenti militari a dieci dei 14 paesi africani più insanguinati dalle guerre e impoveriti. Oggi, nel suo discorso, alla vergognosa presenza degli onesti rappresentanti di Amnesty e Save the Chjldren, cosa dirà Miliband alle vittime di questa violenza sponsorizzata dalla Gran Bretagna? Forse accennerà, come fa spesso, alla necessità di "un buon governo" in quei lontani paesi, mentre il suo governo insabbia le indagini per frode nelle trattative per la vendita di armi tra la BAE (società inglese, la più grande in Europa nel settore della difesa,
ndt) e il corrotto regime saudita (con il quale, dichiarò il ministro degli esteri Kim Howells nel 2007, la Gran Bretagna aveva "valori condivisi").
Non ci sarà nessuna mostra per quegli iracheni la cui vita sociale, culturale e reale è stata distrutta da un'invasione non provocata, sulla base di bugie provate. Si scuserà il Segretario per le bombe a grappolo sparse dai britannici, che ancora strappano le gambe ai bambini, e per l'uranio impoverito ed altre sostanze tossiche che hanno sparso il cancro in vaste aree dell'Iraq del sud? Parlerà dell'universale diritto umano alla conoscenza, e annuncerà uno stanziamento di una piccola parte dei miliardi che sgorgano dalla city di Londra per ricostruire quello che era uno dei migliori sistemi scolastici del Medio Oriente, cancellato dall'invasione anglo-americana, insieme ai musei, la case editrici, le librerie, e gli insegnanti e gli storici e gli antropologi e i chirurghi? Annuncerà l'invio di semplici farmaci antidolorifici, e di siringhe ad ospedali che una volta erano forniti di quasi tutto, ed ora non hanno niente, in un paese dove i governi britannici, specialmente il suo, si sono distinti nell'impedire gli aiuti umanitari, incluso il blocco di Kim Howells dei vaccini preventivi per i bambini?
Non ci sarà nessuna mostra per la gente di Gaza la cui maggioranza, dice la Croce Rossa Internazionale, rischia di morire di fame, soprattutto i bambini. Nel perseguire l'obbiettivo di ridurre un milione e mezzo di persone ad un'esistenza hobbesiana, gli israeliani hanno tagliato la maggior parte delle vie di rifornimento. David Miliband è stato di recente a Gerusalemme, facendo una breve visita in elicottero alla popolazione prigioniera a Gaza. Non è andato a parlare dei loro diritti umani, preferendo parole ambigue su una "tregua" tra aguzzini e vittime.
Non ci sarà nessuna mostra per i sindacalisti, gli studenti, i giornalisti e gli attivisti per i diritti umani assassinati in Colombia, un paese le cui "forze di sicurezza" governative addestrate da inglesi e americani sono responsabili del 90% delle torture, come dice un recente studio di Justice for Colombia, il gruppo inglese per i diritti umani. Il Foreign Office si vanta di stare "migliorando lo stato dei diritti umani e combattendo il traffico di droga", ma questo studio non ha trovato un briciolo di prova che lo confermi. Gli ufficiali colombiani implicati in omicidi sono i benvenuti ai "seminari" britannici.
Non ci sarà nessuna mostra per la storia, per la nostra memoria. Riposti nelle biblioteche e negli archivi inglesi, i documenti ufficiali desecretati ci dicono la verità sulla politica britannica e i diritti umani, dalle atrocità nei campi di concentramento del Kenya coloniale, ora condonate ufficialmente, e l'aiuto militare al generale genocida Suharto in Indonesia, alla fornitura di armi biologiche a Saddam Hussein negli anni '80. Quando sentiamo i predicozzi moralistici degli ex militari britannici "esperti in sicurezza" che ci dicono cosa dobbiamo pensare dei recenti fatti di Mumbai, potremmo ricordarci del ruolo storico della Gran Bretagna come levatrice dell'estremismo violento nell'Islam moderno, dalla nascita dei Fratelli Musulmani in Egitto negli anni '50, passando per il rovesciamento del governo liberal-democratico in Iran, fino all'aiuto militare ai mujaheddin afghani, i futuri talebani, da parte dei servizi segreti britannici. Lo scopo era e resta quello di negare identità nazionale ai popoli che lottano per la libertà, soprattutto in Medio Oriente dove il petrolio, come dice un documento segreto del Foreign Office del 1947, è "un premio vitale per ogni potenza interessata ad avere influenza e dominio a livello mondiale".
I diritti umani sono quasi del tutto assenti da questa memoria ufficiale, a differenza della paura di venire scoperti. Un memorandum del Foreign Office del 1964 dice che l'espulsione segreta degli abitanti delle isole Chagos "dovrebbe essere attuata in modo da attrarre il minimo di attenzione e dovrebbe avere una spiegazione di copertura [così da non] sollevare sospetti sulle sue finalità".
Come si perpetua questa attività illusionistica? I media giocano il loro ruolo storico mediante una censura per omissione. Roland Challis, che era il corrispondente della BBC per il sud-est asiatico,quando Suharto sterminava centinaia di migliaia di presunti comunisti negli anni '60, mi ha detto: "Fu un grande successo per la propaganda occidentale. Le mie fonti britanniche davano a vedere di non sapere quello che stava succedendo, ma lo sapevano... Nostre navi da guerra hanno scortato una nave piena di soldati indonesiani lungo lo Stretto di Malacca, perché potessero prender parte a questo spaventoso olocausto".

Oggi una propaganda travestita da competenza promuove lo stesso rapace potere britannico, cercando di smorzare il dibattito pubblico. L'Institute for Public Policy Research, in un suo rapporto uscito la scorsa settimana, definisce sé stesso "il principale think tank progressista del UK". Svuotato del suo significato letterale, quello che un tempo fu il nobile termine "progressista", va ad aggiungersi a termini ingannevoli come "democrazia" e "centro-sinistra". [ ... ] Formulato secondo i cliché della politica nelle situazioni di crisi, il rapporto dell'IPPR ("Destini Condivisi") è una "chiamata all'azione" perché "gli stati deboli, corrotti e inefficienti sono diventati un pericolo per la sicurezza maggiore di quanto lo siano quelli forti e competitivi". Mentre è impensabile che vi si faccia un cenno al terrorismo di stato occidentale, la "chiamata" è per la presenza della Nato in Africa e per l'intervento militare "se lo si ritenesse necessario".
Ci sono riferimenti non sostenuti da prove a "piani terroristici sul suolo britannico", e c'è appena un vago cenno alla "percezione tra i musulmani" che l'attuale "intervento" anglo-americano in Medio Oriente e in Asia ne sia la causa lampante. Nel febbraio del 2003 quasi l'80% dei londinesi riteneva che un attacco britannico all'Iraq "avrebbe reso più probabile un attacco terroristico contro Londra". Questo fu esattamente l'avvertimento che il Joint Intelligence Committee diede a Blair.
L'avvertimento è ancora valido mentre "noi" continuiamo ad aggredire altri paesi e permettiamo che dei falsi difensori si approprino dei nostri diritti umani.
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