fr.57
Che il cor lo strazio più non abbandona
fr. 58
Ahi speranze che ebbi, foriere d'insania!
fr.59
In Grecia (e in qual paese forse
più aspro e ostile all'umana vita
più grande e violenta passione s'accende?)
fr.60
Ma io siedo alla finestra e ti sogno
quand vien la sera
fr. 61
Già perché quando ti vedo,
come sempre sarà per chi ama,
finché il sole splenderà sulle passioni umane,
un fuoco scorre nel petto
la lingua si lega, la notte ottenebra gli occhi
mille volte morire piuttosto che guardarti
e muto restare, d'amore consunto, vorrei.
Ma tutto bisogna patire, perché
è dell'umana natura parte il dolore.
fr.62
Io m'accompagnerò con le mie folli creazioni,
relitto umano, figlio di una natura infelice
fr.63
è dovere del saggio accettare ciò che il destino ha stabilito per lui.
Già ormai è tempo di finire, io per continuare la mia morte vivente nel cuore, tu per continuare a vivere, nessuno potrà mai dire chi di noi vada verso un destino migliore.
fr.64
PROVARCI CON ELEGANZA. Vorrei completare la formazione della mia identità attraverso un approfondimento del nostro rapporto di alterità.
fr.66
La poesia è ipertrofia della sensibilità, il poeta è ferito per natura, perchè c'è una natura e una fatalità, la poesia deve essere il frutto finale, anima del poeta, se fossi stato Vario avrei bruciato l'Eneide, non si deve vendere l'orsa, ma il felino. L'arte dev'essere autentica, non autografa.
fr.67
i critici devono andare a zappare la terra insieme al papa, non possono interpretare il testo in base al principio d'autorità. D'ora in poi l'unico critico sarà il lettore poeta, l'unico critico attivo perchè ricreatore
fr.68
insofferenza assoluta, di tutto, delle regole esistenti di una società marcia, delle regole che mancano contro di essa; della vita vana attesa della morte; della morte, assenza di tutto, delle gioie e dei dolori; delle illusioni, dell'attesa di se stessa; di quello che succede, che è sempre qualcosa, anche se non succede niente.
fr.69
Br., D.C., Bev., per carità, chi sono? Nessuno, gente che parla di un reale senza ragion d'essere. Se mi si dicesse che è un secolo che è così, direi invece che i cavalieri dell'inettitudine avevano qualcosa da denunciare, questi nulla. Poi tra loro aleggiava quel certo spirito profetico che ha del demoniaco, cioè del demone intermedio tra uomo e dio, cioè intelletto divino applicato a materia umana, il cui risultato è pura poesia apocalittica, ma come l'apocalisse dopo di loro non venne più nulla. E' la fine della letteratura, prima la disillusione storica, pi quella antropologica, poi l'alienazione, infine la nullità, dopo di che nulla più vale, non si può neanche più gridare la propria disperazione, ognuno muore solo sulla terra.
fr.70
dovrei avere uno sguardo terrificante per gli altri, ma perchè poi? La mia non è che una disperazione sorda, insensibile agli altri, sei fantasma vagante tra fantasmi che ancora si credono esistere. Uccidersi? Perchè morire di nuovo? Lasciamo alla natura la cattura di questi cenci voluttuosi di pace. Quando potrò ancora scrivere? Mi manca il mio bel quadernuzzo, le pagine bramose di nero inchiostro.
fr.71
l'idealismo è la condizione esistenziale del poeta, il poeta senza ideale non esiste, perchè non può esserci poesia realista, giacchè la poesia è creazione di una sensazione illimitata là dove l'uomo è per natura limitato e incapace di giungere all'infinito. Il poeta vede al di là, e non può vedere chi si ferma all'oggetto, cioè il popolo,dal che si deduce che il poeta per talento è fascista, dove s'intende per fascismo la superiorità del bene del singolo su quello della massa. Il poeta non può essere politico, la politica la fanno i fascisti sulla pelle della massa, che il poeta non odia in sé, ma per quello che la rende tale, il non pensiero. Il nuovo politico dovrà aprire gli occhi, la retorica serve per l'immediato, mai per il futuro, non cambierà la politica e non si libera da essa. Il poeta è un allucinato senza droga, il drogato un allucinato senza poesia. Il poeta crede nell'infinità spirituale, quindi nello spirito immortale che è divino ma non è dio. Il poeta nega il punto perchè senza dimensioni, amerà la retta, il piano, lo spazio, l'aperto contro il chiuso, la linea spezzata, la figura piana, il solido perfetto. Il poeta sa che solo l'incompiuto dà l'idea di infinito, vorrà sempre il frammento sul poema, l'atto unico insoluto sulla trilogia, la lettera sul numero. La scultura perfetta per il poeta sarà un blocco di marmo con due tocchi di scalpello, che lascino alla fantasia dello spettatore l'idea della conclusione, perchè da poesia nasca poesia. Se è chiusa perchè lui ritene di poter lasciar eredità della sua anima all'umanità nella compiutezza di una creazione millenaria, giacchè la Poesia non è mai chiusa per natura. La creazione non è mai soluzione di problemi, è la proposizione di nuovi. Per esempio, se il poeta nega il punto in quanto privo di dimensioni, una poesia possibile è: IL NULLA .
fr.72
UN'INTRODUZIONE
rivangando tra le mura diroccate di una casa al centro del mio misero paese, son venuto in possesso di un quadernuccio d'appunti, sentenze, poesie, cose varie e le più disparate insomma, che aveva come titolo “AD USUM DELPHINI” (PROPOSTA PER LA FORMAZIONE DEI FANCIULLI SECONDO CONSIGLI DI RAGIONAMENTI). Ovviamente l'ingiallito manoscritto è stato da me personalmente distrutto per impedirne la vivisezione dei filologi. Ovviamente è presente un'introduzione, AD USUM PRINCIPIS, che ho provveduto secondo giustizia a stralciare, minimizzare, comprimere e filtrare prima di gettarla in pasto ai pescecani della critica. In essa vi si dice sostanzialmente che: “la principale caratteristica dell'arte dell'ultimo secolo secondo il mio giudizio è SINE DUBIO la dissoluzione della linea costruttrice. Tale tendenza irrefrenabile, specchio di due secoli di dissoluzione del pensiero, ha investito ovviamente anche la letteratura, fino a dividere gli scrittori tra servi del regime e schegge impazzite […] Si vuol qui riproporre una nuova realtà poetica, filosofica, artistica STRICTO SENSU che coniughi un nuovo spirito con i frammenti di ragion poetica comunque sopravvissuti alle temperie dell'atomismo individualista, vero flagello dell'età moderna. Si può dire con bastevole determinazione che la più parte della Terra su cui camminiamo sia fatta di rocce composte da parti le più varie e non per questo esse sono meno solide delle loro componenti, così si proporranno qui frammenti di varia saggezza, che unificati da ciascuno secondo il proprio talento, daranno origine a nuove basi, giacchè il sapere d'oggi è marcio e cedevole, e necessita fortemente d'essere rinsaldata.” Qui faccio concludere l'introduzione del signor Guglielmo Maltagliati, della cui esistenza non ho trovato traccia alcuna negli archivi comunali, forse era un forestiero che passava qui, come tanti, le sue estati. Ogni cosa scritta, sebbene fosse ferocemente in divergenza d'argomento con la precedente e la successiva, la si è voluta lasciare nel suo preciso ordine, giacchè in un altro luogo dell'introduzione si notava come “natura non facit saltus, sed scientiae, quae adversus naturam est, licet”.
fr.73
INGREDIENTI PER LA NUOVA LETTERATURA ITALIANA.
1 vocabolario di ogni dialetto
1 vocabolario di ogni lingua neolatina, tedesco e inglese
1 vocabolario di latino e greco antico e moderno.
1 imbuto
svariati classici di ognuna di queste lingue con testo originale e traduzione a fronte.
PREPARAZIONE. Tutto sta nell'imbuto, che deve scegliere le parole e i detti in modo da avere un vocabolario completo e soprattutto composto di vocaboli pregnanti. Una volta creato tale vocabolario, si può dare inizio all'antologizzazione dei classici, estrapolando frammenti lirici e prosaici di particolare interesse. Con un vocabolario e un'antologia si può dare inizio a una scrittura nuova, vasta e saldamente radicata, dove possibilmente convergano più lingue possibili.
fr.78
gioì elo al vedersi in fronte
l'aurea gemma che cotanto avea disiato
fr.80
dark rose, in a jewel storm!
fr.81
i 7 (nani) contro Tebe
un gorgoglio inestimabile,
un muggito di bove =
un buggito.
Un orizzonte diagonale,
un agone invincibile
la strada infinita.
Il cuore pulsante col mondo
la requie beata, che reeta più?
fr.82
brucia l'Olimpo intiero
brucian gli dei tutti. Saturno è risorto.
Il protoelemento riprende il sopravvent.
fr.83
viver non lece a te
fr.84
un travaglio assoluto e indefinito
fr.85
lasciatemi transitare
nella vastità dei tempi.
fr.86
she was so beautiful, they elected her mis...take
fr. 87
fratelli umani che appresso me vivrete
non m'ispirate certo un novello canto
ma deplorare il turpe vostro lignaggi.
fr.88
1° TEOREMA DI CAGNET = problemi complessi hanno cause semplici, ma soluzioni impossibili.
fr.89
gli dei sono o non sono. Siano, cosa sono?
fr.90
viciti vitam, mortem praemium sibi fuerat
fr.91
e il canto tristo espanse per la valle.